La Giornata Mondiale contro le droghe
Essere presenti con le risposte giuste prima che nascano le domande, questa è la sfida che oggi come operatori sociali, ma prima di tutto come uomini e donne, dobbiamo scegliere di intraprendere. Altrimenti arriveremo sempre troppo tardi.
In occasione di questa giornata che si propone di alzare gli occhi ‘contro l’abuso e il traffico illecito di droga’, sentiamo fondamentale spostare lo sguardo su una dimensione che troppo spesso è ignorata e passata sotto silenzio.
Il problema oggi non è vietare, interdire, bloccare, condannare l’uso, l’abuso o il traffico di sostanze. Sarebbe come pensare di tappare con un dito il foro di una diga che sta rischiando di spaccarsi sotto lo stimolo di un’onda anomala. La logica della rincorsa alla soluzione non è mai quella vincente, specialmente se si tratta di presa in carico della fragilità umana e delle pericolose conseguenze ad essa legate.
Oggi i giovani, e le loro famiglie, hanno bisogno di scelte politiche e sociali diverse, che decidano di investire e scommettere sul loro potenziale, non di limitarsi a raccogliere i cocci e provare ad incollare situazioni ormai logore e fortemente compromesse. L’età media dei ragazzi che arriva a bussare alla nostra porta è sempre più bassa, abbiamo giovanissimi che arrivano in comunità già a 14 anni, mentre si alza vertiginosamente il loro livello di compromissione fisica, giuridica, sociale e sanitaria. Tutto questo sotto gli occhi di un sistema che, cieco davanti alla situazione e sordo ai suoi continui richiami, si limita ad accorgersi di loro solo quando il dramma appare sulle colonne della cronaca nera o di qualche reportage scandalistico.
Mancano precisi disegni e intenti preventivi che traccino linee di intervento chiare e veramente incisive. È però terminata l’ora delle parole e dei proclami fini a sé stessi, dei progettifici e delle offerte a tempo costruite esclusivamente per riempire spazi e servizi ormai desolatamente vuoti e desueti. Bisogna agire prima: restituire alle nuove generazioni la capacità di inventare e inventarsi, di sentirsi protagonisti di un progetto di vita realistico e appetibile, di desiderare un futuro in cui la fatica non sia solo un ostacolo da aggirare, ma una strada verso soddisfazioni importanti.
Come adulti non possiamo accontentarci di essere ‘restauratori’ di situazioni cresciute da sole senza una progettualità reale, bisogna diventare artigiani di adolescenze proattive, accompagnatori in percorsi che possano non essere spaventosi nonostante le salite e gli strapiombi che inevitabilmente ne fanno parte.
Questo richiede però presenza vera, intenzionalità educativa costante e, soprattutto, alternative credibili verso le quali dirigere i nostri ragazzi.
Mi ha molto colpito la storia di Samuele, (vai all’articolo sul giorno.it) giovane che ho incontrato quest’anno al presidio che ogni mercoledì viene gestito presso il bosco di Rogoredo da giovani studenti desiderosi di rendersi utili verso i loro coetanei che attraversano sentieri di forte difficoltà. Lui, giovane maturando, ha scelto di essere presente anche il giorno della sua prima prova d’esame, testimoniando così l’importanza e la bellezza dell’impegno verso gli altri che riempie di significato la propria esistenza.
Situazioni e valori che appaiono oggi forse in controtendenza rispetto a quanto viene costantemente proposto all’interno della società di oggi, ma che nei giovani risuonano come la vera e profonda rivoluzione che può portare un vero cambiamento all’intera comunità.
Spesso incontro ragazzi impegnati e desiderosi di fare qualcosa per dare un senso alle loro esistenze e rispondere a quella ricerca di senso che costantemente provano. La stessa ricerca che purtroppo spesso porta i più fragili a cercare nelle sostanze una risposta che non riescono a trovare nell’anestetizzante routine in cui sono troppo spesso inseriti: una quotidianità priva di proposte interessanti e di sguardi mirati alla promozione delle loro potenzialità.
Dobbiamo avere il coraggio delle grandi proposte, degli azzardi stimolanti, delle avventure condivise che possano colmare le istanze di crescita e di emancipazione dei nostri giovani. Solo così non saranno più necessarie giornate contro, ma potremo finalmente istituire giornate ‘a favore di’, che possano ricordare quanta ricchezza e propositività ci circondano!